NZEB, L’EFFICIENZA ENERGETICA NEGLI EDIFICI


Cosa vuol dire NZEB? L’acronimo sta per Net Zero Energy Building (“costruzioni a energia netta pari a zero”) e racchiude il futuro dell’efficienza energetica negli edifici di nuova costruzione. Il concetto è stato introdotto con la direttiva europea 31 del 2010, la Epbd (Energy Performance of Building Directive), che ha sancito, con termine ultimo quale dicembre 2020, che tutti gli immobili di nuova costruzione siano a energia quasi zero. Secondo la direttiva, infatti, per NZEB si intende un “edificio ad altissima prestazione energetica, il cui fabbisogno energetico dovrebbe essere coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili, compresa l’energia da rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze”.

Direttiva Europea NZEB

Ciò si traduce nella realizzazione di una struttura il cui fabbisogno energetico sia perfettamente compensato (o quasi) dall’energia che lo stesso edificio dovrebbe essere in grado di produrre. Il condizionale per vari motivi è difatti d’obbligo e, ad oggi, l’acronimo è letto come Nearly Zero Energy Building (“edificio a energia quasi zero”) , che sta a sottintendere tutte le difficoltà di realizzazione di una struttura il cui bilancio energetico possa essere ottimizzato al punto da riuscire ad autoconsumare tutta l’energia prodotta. Ad esempio, sempre secondo direttiva, le case del futuro, le cosiddette Case Passive, dovranno avere un fabbisogno energetico pari a 15 kWh/mq anno, valore inferiore a quello relativo alla classe energetica ‘A’ degli edifici di attuale costruzione.



NZEB si traduce quindi in recupero energetico, riduzione di dispersione termica, produzione da fonti rinnovabili sempre più applicate alla logica di produzione distribuita piuttosto che concentrata, coadiuvando nell’edilizia quindi concetti di “recupero energetico” e “sfruttamento di fonti rinnovabili”, spaziando dal settore civile/residenziale a quello industriale.

Tempisticamente, mentre in molti paesi europei, soprattutto nel nord del vecchio continente, si è già avviato un programma esecutivo al fine d’adempiere per tempo al dictat della direttiva 31/10, in Italia la situazione non sembra ancor avere avuto i suoi sviluppi, visto il recepimento tardivo (maggio 2014) della normativa di cui sopra. Il bel paese, come troppo spesso capita, rischia quindi di trovarsi in ritardo nel bel mezzo di una vera e propria rivoluzione mondiale nel settore dell’edilizia.

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